“Ehi ciao, ci sono novità, sai che frequento un ragazzo…”
Non dico che vorrei ricevere in risposta scoppi di palloncini e lancio di cotillon, neanche
fuochi d’artificio per carità. Una pacca sulla spalla già potrebbe andare bene.
Ma invece niente. Io, da una settimana a questa parte, in risposta ricevo praticamente
solo profezie. E ditemi voi se avete mai sentito fare profezie ottimistiche. Infatti,
ha iniziato Marianna con “Dai che se
resiste fino al nostro rientro potrebbe meritarsi una cena casalinga”. E dato
che è in viaggio di nozze e torna tra tre settimane, ergo al Tipo non ha dato
neanche un’aspettativa di vita di un mese. Sempre meglio di mia madre che
invece ha sentenziato “non voglio sapere
nulla perché tanto tra una settimana archivi la pratica”. Praticamente il
più fiducioso di tutti è stato ieri Jerry che mi ha
chiesto “questo arriva a piluccare i
canditi?”, ossia fino a Natale. Almeno ha esposto la faccenda in forma di proposizione
dubitativa e non sentenziale, come hanno fatto le atre due.
In sostanza, non c’è nessuno tra i miei amici e parenti che
non gli abbia dato una scadenza. Proprio come il latte. Tu lo compri, lo piazzi
in frigo e ne bevi un tot al giorno. E quel latte, essenzialmente, ha due
possibilità di riuscita: o viene assaporato e bevuto fino all’ultima goccia,
oppure… scade. Non so chi di voi ne beva, ma tra coloro che lo fanno sarà
impossibile trovare a chi non piaccia il latte fresco intero. Quello è Latte. Il
resto sono surrogati, compromessi, rimpiazzi. Infatti, quando sono andata ad
abitare da sola ho continuato a comprare il latte fresco intero come avevo
sempre fatto, solo che a distanza di una settimana (quella a cui si riferisce
mia madre?) scadeva sempre ed ero costretta a buttarlo. Ho così iniziato a
prendere le misure e a comprarlo in formato da mezzo litro, ma capitava troppo spesso di alzarmi la mattina e trovarne
poco per il mio caffelatte. Decisamente non era un formato che mi soddisfacesse
e che potesse andarmi bene per lungo tempo. E’ così passato il primo anno ed ho
escogitato un’altra soluzione… il latte a lunga conservazione: decisamente meno
saporito, ma sempre a disposizione. La cosa è facile: si va al supermercato, se
ne comprano 3/4 scatole senza badare alla marca (non avendo tanto sapore non
importa ce ne sia uno più buono di un altro) e per un bel po’ di tempo si tira
avanti senza pensare se stia finendo, se invece stia scadendo, o se sia ancora
buono. Lui è lì. Si apre il frigo e sta lì e, quando anche finisce, si va in
credenza e se ne apre un nuovo cartone. E’ tutto molto facile, tutto a portata
di mano. Ma si sa che le cose facili, in fondo, non piacciono proprio a nessuno
e figuriamoci a me. E poi, come dice la mia mamma, “il meglio è meglio” e io ho
sempre saputo riconoscerlo. Non a caso, infatti, mi è sempre piaciuto il latte
fresco intero, quello che rischi di far scadere, ma che se inizi a berlo non
smetti fino all’ultima goccia. E forse il Tipo ha la mia stessa percezione del
gusto, nonché del meglio, perché la prima volta che si è fermato a dormire a
casa mia si è presentato con una bottiglia di Latte Fresco Intero, cosa che,
povero lui, gli è valsa ormai la prima parte dell’appellativo per questo blog: il
“Lattaio...". Ovviamente per la seconda dovremo attendere di capire la sua
data di scadenza!
Riuscirà il nostro Lattaio a superare le più pessimistiche profezie dei miei amici e a conquistare la sua seconda parte del nome? In attesa, intanto, consiglio a tutti un buon bicchiere di latte fresco intero e vi lascio i link per capire come poter scegliere quello buono!
Il Latte
Cos’è, come si fa e valori nutrizionali