Festa strafica a Roma. Tutti
in maschera. Tutti, quindi, che
apparentemente sembrano dei fichi e poi, una volta fuori dal locale, ti rendi
conto che quello che hai pensato fosse un fico fino a cinque minuti prima, in
realtà é un povero sfigato capitato lì con te per caso a fare colazione... Perché
le luci del neon, diciamoci la verità, non sono mica impietose solo per noi
femminucce. E poi al bar c’è il fattore cornetto a far cambiare ogni
percezione. Gli zuccheri fanno rinsavire, non c’è niente da fare. E mentre,
appunto, io mordevo quel pezzo centrale ricco di marmellata, ecco riattivarsi i
neuroni del lobo frontale che hanno a loro volta riattivato e aguzzato la mia vista,
tanto da accorgermi che il frac e il bastone gli donavano, non perché avesse
azzeccato il tema della serata, ma solo perché era così incartapecorito che
poteva veramente essere nato nell’800!
Ma questo è solo uno di quelli che mi sono sfangata l’altra
sera. Ad un altro, a dir la verità, ci ha pensato il mio amico. Erano tre ore
che ballavamo appiccicati, o meglio lui ballava e io provavo a non sembrare un
salice piangente mosso dal vento, piuttosto una a cui fanno male i tacchi,
quando ad un certo punto il tipo chiede se qualcuno di noi avesse un carica batterie
dell’iphone. E chi poteva averlo se non la sfigata in questione, dato che quella
sera non ero riuscita nemmeno a passare a casa per cambiarmi? Così mi allungo sul
divanetto per arraffare la borsa di Mary Poppins e proprio mentre mi dimeno tirando
fuori in ordine una sciarpa, una maglia, poi un maglione, la trousse dei
trucchi, un assorbente prontamente nascosto al volo nella tasca destra, lui
esclama: “perché sai, ho i bambini a casa...” E no cazzo. I bambini no. E
mentre io dentro di me inveivo, subito interviene al mio orecchio il mio amico
che, come a volermi far ragionare, esclama: “ma ti piace?” Ovvio che no! Ora
che so che ha dei bambini a casa che lo aspettano, mentre lui sono tre ore che
ingurgita il mio stesso cocktail alla mia stessa cadenza, più che piacermi,
chiamerei l’assistenza sociale per farglieli togliere!
Così eccomi appena svegliata a rimuginare sulla serata di
ieri e su quanti personaggi assurdi io abbia incontrato durante quest’anno un po’
strampalato. Non scherzo, potrei tirar giù una lista infinita di ragazzi che a
prima vista, alcuni anche alla seconda, mi hanno fatto una buona impressione o
comunque hanno suscitato il mio interesse, ma che poi si sono subito risolti in
un flop colossale. E so che la cosa non capita solo a me. Confrontandomi con le
mie amiche, spesso ci raccontiamo aneddoti che dovrebbero farci capire già alle
prime battute che la cosa migliore da fare è mollare tutto perché non è proprio
cosa. E allora, dato che non sempre abbiamo a disposizione un cornetto alla
marmellata per riattivare il nostro sesto senso, ecco a voi una sorta di
vademecum su quei ragazzi e sui loro comportamenti che dovrebbero metterci in
guardia già dai primi istanti.
Quelli che “ti ho richiamata appena ho visto il messaggio” e
nel frattempo sono passate tre ore. A meno che non lavorino in una centrale
nucleare dove i cellulari sono pericolo di scoppio di bomba rischio estinzione
del genere umano, vanno mollati seduta stante comunicandogli che anche il vostro
cellulare non sarà più reperibile, perché lo porterete con voi in viaggio al
polo nord, dove appunto la bomba nucleare non farà danni.
Quelli che “avevo solo i calzini bianchi, tutti gli altri
erano a lavare” mancano di rispetto a voi che vi siete alzate dal letto un’ora
prima per asciugare col phon l’unico completo intimo che ancora possedete in
coordinato.
Quelli che “lavoro e famiglia sono i valori con cui mi hanno
cresciuto”, salvo scoprire poi che quella che considera famiglia è in realtà la
sua squadra di calcetto e quello che considera lavoro è fare il pr in
discoteca.
Quelli che “amore ho sete, mi porti l’acqua”, invece di
alzarsi e portarvela loro. In caso vogliate dar loro una speranza, alzatevi dal
divano, riempite la bottiglietta di acqua fresca e versategliela tutta in
testa. Se subito dopo sarete ancora vive, sono certa che il giorno dopo si
presenterà con in regalo il nasone della piazzetta sotto casa.
Quelli che “dopo una serata con cena e dopo cena ti salutano
sulla porta di casa e ti dicono ci sentiamo domani”, senza specificare a quale
domani si riferiscano, tanto da esservi venuto in mente di affittare la
macchina del tempo e iniziare a viaggiare nel futuro per capire quando si
rifarà vivo.
Quelli che “ti lasciano a fare il chihuahua in macchina per
non presentarti i suoi dopo due anni di convivenza” vanno denunciati non solo
all’associazione per la difesa degli animali, ma anche alla polizia per le
persone scomparse, perché da quel momento in poi dovrete dargli un calcio nel
sedere così forte da farlo ruotare per anni attorno all’orbita terrestre.
Quelli che “devo partire per lavoro e non possiamo sentirci
perché il cellulare non prende”. Si giustificano solo in caso gli spuntino
seduta stante le orecchie a punta perché si sta imbarcando sulla navicella
spaziale di star trek, dato che solo così potrete pensare di non esservi perse
proprio niente.
Quelli che “ma hai frainteso, quella che bacio nella foto di
facebook è un’amica di vecchia data”, cercate di non fargli invece fraintendere
voi che quello che vi è venuto a trovare oggi è il fabbro che sta cambiando la
serratura di casa.
Quelli che “vado a trovare mio zio in America perché è tanto
malato” e poi scopri che anche le Bahamas fanno parte del continente americano
e che lo zio malato ha solo la febbre del sabato sera.
Quelli che “se ti prendi un giorno di ferie andiamo al mare
insieme” e scopri che “andare al mare”, significa andare a risistemare la sua
casa al mare dopo che ci ha trascorso un weekend con gli amici a fare baldoria.
Quelli che “sei speciale, sei unica, come te non ho mai
avuta nessuna (ovviamente dopo… cena e dopo cena), ma non possiamo stare
insieme perché sei troppo per me”, ditegli che la pensate esattamente così,
anzi che voi pensate esattamente che lui sia veramente troppo poco per voi.
E queste sono solo alcuni degli aneddoti che ci sono venuti
in mente ieri sera. Ovviamente sono tutti veri e spero tanto possano esservi
utili per capire il prima possibile quando scappare a gambe levate dai ragazzi
che non vi meritano. In caso però vi capitino altre esperienze non sintetizzate
in questo vademecum, l’ultimo consiglio che posso lasciarvi è la ricetta per
riattivare i vostri neuroni e aguzzare la vista: il cornetto con la marmellata!
CORNETTO CON LA MARMELLATA
Ingredienti per 12 cornetti:
500 gr FARINA 0
20 gr. LIEVITO DI BIRRA
250 gr. di LATTE
60 gr. di ZUCCHERO
3 cucchiai di OLIO DI SEMI
1 pizzico di SALE
2 UOVA
1 buccia di LIMONE grattugiata
1 cucchiaio di essenza di VANIGLIA
80 gr. di BURRO
1 cucchiaio di ACQUA
MARMELLATA
Preparazione:
Mettete in una ciotola il lievito di birra sbriciolato, 1
cucchiaio di farina ed un cucchiaio di zucchero
Aggiungere il latte appena tiepido, amalgamare tutti gli
ingredienti, coprire la ciotola con un pò di pellicola e lasciar riposare per
30 minuti
In un’ampia ciotola mettete la farina ,il restante zucchero,
la buccia di limone grattugiata, l’essenza di vaniglia, fare un buco al centro
e mettete il lievitino.
Iniziate ad impastare per far assorbire la farina quindi
aggiungete le uova
Quando le uova saranno state completamente assorbite
dall’impasto, aggiungete il sale e l’olio
Trasferire l’impasto su una spianatoia e impastare a lungo
fino a quando la pasta è bella liscia
Mettete l’impasto dei cornetti in una ciotola, fare una
croce al centro, coprire con la pellicola e far lievitare per 2 ore o fino al
raddoppio
Suddividere l’impasto in otto palline dello stesso peso.
Con l’aiuto del matterello stendere 8 sfogliette.
Adagiare su un piano la prima sfoglia e pennellarla con il
burro morbido, cospargere un pò di zucchero e sovrapporre la seconda sfoglia.
Di nuovo, pennellate con il burro, poi un pò di zucchero e
ancora un’altra sfoglia
Continuate cos’ fino a sovrapporle tutte, sull’ottava sfoglia, l’ultima, non va
messo nè burro nè zucchero.
Con il mattarello spianare le sfoglia ottenuta fino ad
ottenere una sfoglia di circa mezzo cm. di spessore.
Tagliare la sfoglia ottenuta a spicchi, mettere la farcitura
sulla base del triangolo, io ho messo la marmellata di arance e arrotolate
formando i croissant.
Posizionate i cornetti ottenuti su una teglia da forno
ricoperta di carta forno, coprite con un canovaccio e fate lievitare ancora per
1 ora,devono lievitare fino al raddoppio.
Pennellare i cornetti con l’uovo sbattuto mescolato con un
cucchiaio di acqua. Cospargere con zucchero semolato.
Cuocere a 180° per 18/20 minuti.
Lasciar intiepidire i cornetti e servire.