Paura. In definitiva, si chiama così. Sapete quella morsa
allo stomaco mista ad uno stato di nichilismo che vi aggancia alla poltrona,
nemmeno stesse su un boing 747 in piena fase di atterraggio di emergenza? Ecco,
questo è ciò che mi accade ogni volta che mi soffermo ad analizzare i miei
ultimi 15 giorni. In sostanza, la reale motivazione per la quale con il tipo
dalle pantofole rosa mi sono comportata come una pazza furiosa, anzi no, come
una psicotica con l'umore altalenante e le idee a dir poco volubili, è che
soffro di attacchi di panico. Ma brutti, di quelli che sei conscia di stare a
viverti e che però non puoi fare a meno di farlo. Più mi dico di stare calma e
più mi dico che se mi dico che devo stare calma c'è dentro di me qualcosa per cui
non dovrei esserlo. Ecco, ci sto ricadendo. Vedete? E' impossibile farne a
meno. Quando ci penso smetto di respirare e entro nel panico. E la cosa più
esilarante è che l'unico modo per farmeli passare è quando il tipo dalle
ciabatte rosa mi parla. E' come se in un certo qual modo riuscisse ad entrare
nella mia testa per spazzare via tutti quei pensieri inutili che me la
ingolfano. La sua voce mi placa. Le sue spiegazioni mi fanno sembrare inutili
la mia infinità di domande. La sua sicurezza mi fa fidare di lui. Quindi, ora
che ci penso bene, oltre a soffrire di una personalità psicotica e disturbata,
in questo momento sto soffrendo anche della sindrome di Stoccolma, ossia quando
la vittima (tengo a specificare che nel caso in questione la vittima sarei io,
anche solo per il fatto che frequenti qualcuno con le ciabatte rosa!) prova
sentimenti positivi verso il proprio carnefice (appunto uno che indossa
ciabatte rosa sarebbe il colpevole scontato di qualsiasi puntata della signora
in giallo).

A questo punto dovrei iniziare a pensare che i miei
hamburger siano allucinogeni, o che le ciabatte rosa rendano magico il tocco
del tipo. Delle due una, ma per scoprirlo dovrei buttare le mie ciabatte rosa
per non fargliele più trovare e andare a mangiare gli hamburger da un'altra
parte. In entrambi i casi, però, significherebbe dover abbandonare questo
divano e uscire fuori da questa casa, ma come vi ho già detto, io vivo di giorno
e lui di notte e così, dopo quest'ultima passata sul divano ad aggiustare il
puzzle, abbiamo deciso di smontarlo definitivamente e di comprarci ciascuno per
proprio conto un quadro già bello e fatto e magari con un senso subito chiaro alla
prima occhiata.
E così rieccomi di nuovo qua a mangiare i miei hamburger
congelati con la reale proprietaria delle ciabatte rosa (la Runci, che
domande!). E proprio con lei ora stiamo confutando l’ipotesi allucinogena delle
ciabatte e degli hamburger, perché quello che stiamo disegnando insieme, sarà
pure un quadro astratto e strampalato, ma per noi ha il suo senso logico delle cose: io non c’ho che lei, lei non c’ha che me! Oddio, forse lei qualcun altro l’ha
trovato, ma questa è un’altra storia con tutt’altra ricetta, che però prometto
di raccontarvi presto!
HAMBURGER
Ingredienti
2 fette di SOTTILETTE
Preparazione:
1) lasciare ammorbidire le due fette di pane raffermo nel
latte
2) una volta ammorbidite, strizzatele e ponetele in una
terrina capiente
3) aggiungere nella terrina la carne macinata , il
parmigiano, un po’ di sale e pepe
4) iniziate ad amalgamare il tutto e poi rompere un uovo sopra
5) a questo punto iniziate ad impastare con le mani il
composto, finché non risulti liscio ed omogeneo
6) ora è possibile creare con le mani la forma del classico
hamburger
7) scaldare a fiamma vivace una padella antiaderente e riporvi
gli hamburger
8) una volta cotti, stendere sopra all’ultimo momento una sottiletta
fino al suo scioglimento
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