Come tutti sapete, vivo a casa della Runci da ormai il 22
febbraio, alternandola di tanto in tanto con quella di Marianna, del
Calzinaio Matto e quella dei miei genitori, ma solo quando mio fratello mi permette
di infilarmi nel lettone con lui. E come tutti sapete, casa mia in realtà è
pronta, ma io faccio finta che ancora manchino cose fondamentali, tipo i quadri
appesi alle pareti, o le mensole da montare. Oggi però ho dovuto fare i conti
con me stessa, dicendomi che forse era arrivata l’ora di diventare grande e di
smetterla di fare la profuga con il portabagagli pieno di vestiti e scarpe, anche
perché a forza di girovagare di casa in casa senza preavvisi la faccenda mi
sta costando più per mutande e calzini, che per la ristrutturazione di porte e
finestre. Così ieri pomeriggio, oltre a muovermi finalmente per
comprare la cappa (ormai è diventata emblema del mio trastullarmi per non
venire ad abitarci), mi sono fermata a riflettere sul perché io non voglia
andare vivere lì da sola. Per mesi mi sono detta che una volta assaporata la
vita di Testaccio non avrei più voluto cambiare quartiere: non è da tutti poter
andare a comprare gli hamburger alla macelleria della piazza con la sciarpetta della Lazio al collo senza essere avvelenata al primo morso. Da sempre, poi, ho
dichiarato che non potrei mai più vivere senza la Runci, ma poi lei ha deciso
di segnarsi in palestra a Balduina sotto casa mia e così anche questo appiglio
è svanito, dato che me la trascinerò a dormire con me almeno tre volte a
settimana.
Così, non avendo più giustificazioni da apportare, oggi sono
andata a casa nuova e ho iniziato a girarmela in
solitaria per capire cosa mi respingesse nel venire ad abitare qui. E non ci è voluto
molto per capirlo. Quando ho iniziato i lavori di questa casa convivevo ancora
con il Calzinaio Matto, con il quale avevamo condiviso la demolizione di alcuni
muri e sognavamo come sarebbe stata la nostra cucina. Pochi mesi dopo ci siamo
lasciati, ma il progetto della casa era ormai andato avanti e quell’impronta
rimane tuttora in maniera evidente.
Appena si entra, si apre un open space di non so quanti metri quadri con in fondo, al centro della sala, una cucina che nemmeno Vissani si sognerebbe per cucinare senza doverci isolare in un'altra stanza quando ci sono gli amici. Su questo open space si aprono due porte, una del bagno per gli ospiti e un’altra che porta alla zona notte: due camere e due bagni entrambi con doppi lavelli, perché io avrò gemelli, me lo sento! Nessuna cabina armadio perché il Calzinaio Matto è troppo disordinato e mi avrebbe fatto innervosire ogni mattina. Stanze non troppo grandi perché entrambi abbiamo sempre vissuto appiccicati nelle parti comuni di casa e giardino mattonato perché entrambi abbiamo il pollice nero, io per le piante e lui per i barbecue che fa ad oltranza anche d’inverno.
Insomma, non ci
volevano sei mesi per capire che forse il mio rifiuto per questa casa era
dovuto al fatto che rappresenta tutto ciò che ho desiderato per quattro anni
di convivenza e che ad un passo dall’ottenere la vita che ho sempre sognato, in
un baleno mi è sfuggita di mano. Immagino che ciascuno di voi da piccolo immaginava
come sarebbe stata la propria vita da grande. Bhè, io l’ho continuata ad
immaginare anche quando sono diventata grande, tanto che quando ho conosciuto il Calzinaio
Matto dopo pochi mesi gli ho dato l’out out per andare a convivere, perché dovevo
mantenere intatta la mia tabella di marcia. A 26 anni fuori di casa, del
matrimonio non me n’è mai fregato niente, ma a 30 i figli per forza! E invece
eccomi qua, a 31 anni senza figli, con una relazione di convivenza con una
donna che "amo" nemmeno fosse l’uomo che mi ha chiesto di sposarlo al centro
dell’Olimpico e una casa ancora tutta da arredare.
A questo pensiero, ho aperto la porta di casa, sono andata
al supermercato a comprare tutti gli ingredienti e, una volta tornata, ho
iniziato ad impastare la farina con le uova per preparare quei croissant che
avrei voluto tanto cucinare per i miei ospiti durante le feste. E mentre
impastavo e scaricavo tutta la tensione, mi sono guardata intorno con occhi
diversi. Davanti a me ho iniziato a vedere un divano tutto colorato a righe che
presto comprerò (io e il gusto dell’orrido…) e che il Calzinaio
Matto non mi avrebbe mai permesso di mettere. Alla mia destra i pensili di
colore azzurro, segno di riconoscimento della mia fede laziale, altra cosa che quel
romanista a tempo perso non mi avrebbe mai concesso. Nel bagno degli
ospiti tessere di mosaico di ogni sfumatura del viola e del rosa che fa tanto
kitch anni Appena si entra, si apre un open space di non so quanti metri quadri con in fondo, al centro della sala, una cucina che nemmeno Vissani si sognerebbe per cucinare senza doverci isolare in un'altra stanza quando ci sono gli amici. Su questo open space si aprono due porte, una del bagno per gli ospiti e un’altra che porta alla zona notte: due camere e due bagni entrambi con doppi lavelli, perché io avrò gemelli, me lo sento! Nessuna cabina armadio perché il Calzinaio Matto è troppo disordinato e mi avrebbe fatto innervosire ogni mattina. Stanze non troppo grandi perché entrambi abbiamo sempre vissuto appiccicati nelle parti comuni di casa e giardino mattonato perché entrambi abbiamo il pollice nero, io per le piante e lui per i barbecue che fa ad oltranza anche d’inverno.

Quello che conta è che senza nemmeno accorgermene io sia andata avanti per la mia strada e il gusto dell’orrido con la quale ho tirato su questa casa ne è segno evidente, ed è ciò che ora la rende la MIA casa e che sarà presto dimora della mia nuova vita.
Sempre con due gemelli, questo è ovvio.
CROISSANT SALATI
Ingredienti:
300 g di FARINA
35 g di PARMIGIANO
1 tuorlo d'UOVO
220 g di BURRO
SALE q.b
Preparazione:
1) su una spianatoia mettere 240 g di farina e formate la classica fontana
2) fare un buco al centro della farina e mettere il tuorlo con in pizzico di sale
3) a filo aggiungere un pò d'acqua
4) iniziate ad impastare fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio
5) ora formate un panetto con la restante farina e il burro
6) stendere con il mattarello il primo impasto, fino ad ottenere un foglio di pasta alto circa 5 mm
7) ora stende l'altro impasto e sovrapponetelo al primo
8) ora ripiegate il tutto in quattro parti e stendete di nuovo la sfoglia
9) lasciate riposare per circa 30 minuti
10) ora tagliate la sfoglia in una decina di triangoli
11) al centro di ogni triangoli mettete il parmigiano e avvolgeteli su loros tessi partendo dalla punta, sino ad arrivare alla base
12) rivestita una teglia con carta forno ed adagiatevi i croissant
13) spennellate ciascun croissant con un tuorlo sbattuto e infornate a 180° per 20 minuti circa
14) fate raffreddare prima di tagliarli e riempirli a vostro piacimento
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